Negli
anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende.
Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX,
31-33) è quella delle tre giovani poverissime.
Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo
impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in
miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive,
attraverso una finestra sempre aperta del vecchio castello, i tre sacchi
di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e
la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza
notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso
a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba
bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto
di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare,
facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie.
In altre versioni posteriori, Nicola regalava cibo alle famiglie meno
abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre.
In ogni caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore
di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del
6 dicembre (S. Nicola, appunto) o addirittura nella notte di Natale.
Il nome olandese del santo, Sinter Klass , venne importato in America
dagli immigrati come Santa Claus (abbreviazione di Sanctus Nicolaus)
, la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale.